Monologo “Ricordo, ergo sum”
Monologo “Ricordo, ergo sum”
Autore e attore del monologo – Angelo Finiguerra
Sonorizzazione live – Davide Tosches
“Ricordo, ergo sum” rappresenta il risultato di un percorso accidentato, un viaggio dentro me stesso, un’operazione doverosa, per sfruttare ciò che il cancro mi ha lasciato in eredità negli anni, in superficie, come segni indelebili sulla pelle e nelle mie profondità, come anfratti, fosse, buche da oltrepassare e mari sotterranei da navigare. Il prodotto di un viaggio interiore che ho voluto e dovuto intraprendere, con l’intento primario di rivangare, rimestare e rimescolare la melma che la vita produce, la spazzatura che abbiamo imparato a nascondere sotto il tappeto, con la quale dobbiamo fare i conti, inevitabilmente, inesorabilmente e giustamente.
Ne escono spunti, situazioni, sentimenti comuni a tutti gli esseri umani, a dimostrazione che siamo fatti delle stesse cose, sopraffatti dalle stesse manie, costituiti dalle identiche paure, capaci di fare gli stessi simili errori, cambia il metodo d’approccio che ci porta a un risultato. Ciò che si trova all’interno di queste variabili, è dolore, per tutti simile, per tutti pesante, per tutti utile, se ce ne rendiamo conto e proviamo a adoperarci in tal senso. Come viviamo e con che cosa occupiamo il tempo che abbiamo.
Sinossi
Il protagonista si trova all’interno della stanza di un ospedale, dopo aver subito un’emicolectomia, a seguito di un cancro infiltrante al colon. Il chirurgo gli ha asportato tutto il colon ascendente e parte del colon trasverso, per un totale di 45 centimetri. La sera prima dell’intervento chirurgico si disputava un incontro di calcio della sua squadra del cuore. Durante la partita si dimenticò completamente dell’operazione chirurgica che avrebbe subito il giorno dopo. Fu quella sera che assistette a una specie di magia: quando riusciamo a impegnare il nostro tempo, le paure svaniscono.
Il regolare cicalino del dispositivo elettroacustico, applicato al dosatore biomedico, lo stava cullando, come fosse un neonato dentro il passeggino. Ancora nel dormiveglia a causa dell’anestesia totale, il protagonista vive sospeso tra realtà e sogno; in questa fase si alternano momenti di veglia, durante i quali riaffiorano i suoi ricordi, a stati di sonno profondo. In questo contesto il protagonista non riesce a comprendere la realtà nella quale si è venuto a trovare ma intuisce di essere vivo quando prova dolore.
Inseguito dai suoi ricordi, che, come un flusso di coscienza, affiorano dalla sua mente, senza un disegno consequenziale, l’autore affronta le sue paure, il rapporto con l’amore, con le donne, con il dolore e la felicità, la morte del padre, il rapporto con la madre, tutte le sue convinzioni, senza risparmiare critiche a sé stesso. Ne emerge il dualismo nel quale si trova immerso il protagonista, tra la certezza dei suoi ricordi e l’incertezza del futuro.
Un testo serio, incalzante, a tratti dissacrante e capace di sconfinare nel tragicomico.
Ingresso: 10€