GRAMMELOT – Workshop con Roberto Garelli
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GRAMMELOT – Workshop con Roberto Garelli
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#SNIT Scuola Nazionale Improvvisazione Teatrale di Quinta Tinta
DOMENICA 26 MARZO
dalle ore 10 alle ore 17
Workshop formazione livello base
info e iscrizioni: 3333377161 – teatro@quintatinta.it
Workshop formazione livello base
info e iscrizioni: 3333377161 – teatro@quintatinta.it
Grammelot significa gioco onomatopeico di un discorso, articolato arbitrariamente, ma che è in gredo di trasmettere, con l’apporto di gesti, ritmi e sonorità particolari, un intero discorso compiuto. E possibile improvvisare grammelot di tutti i tipi a strutture lessicali le più diverse. [Dario Fo]
Quante volte abbiamo cantato le canzoni in finto inglese, perché non comprendevamo le parole (ma il suono sì!) e non era importante il significato, ma la canzone stessa, l’atto del cantare. Abbiamo visto e ammirato Dario Fo, Gigi Proietti, ma anche Pingu, La linea.
Sono tutti grammelot che, però, si comprendono bene, almeno nei tratti generali. Importanti sono le emozioni, la mimica, l’onomatopea, l’intenzione.
Il grammelot si può studiare, così come si possono studiare e imparare le lingue straniere, che peraltro, spesso, parliamo proprio in forma di grammelot.
Non è solo un esercizio, ma la scoperta di un nuovo modo di espressione, nel quale ci viene in aiuto anche l’intenzione dello spettatore di comprendere.
Nel workshop ci sarà qualche brevissimo cenno storico, di analisi del linguaggio e poi un sacco di giochi che ci porteranno a costruire monologhi e dialoghi infiniti in grammelot. L’obiettivo è giocare sui suoni, sperimentando il grammelot, con e al di là di una lingua o di un dialetto di riferimento, lavorare sul rapporto col pubblico, rievocare gli antichi giullari che così si esprimevano.
Una delle più belle possibilità dell’improvvisazione: utilizzare un linguaggio non linguaggio, mettendo in gioco tutta la propria espressività.
Quante volte abbiamo cantato le canzoni in finto inglese, perché non comprendevamo le parole (ma il suono sì!) e non era importante il significato, ma la canzone stessa, l’atto del cantare. Abbiamo visto e ammirato Dario Fo, Gigi Proietti, ma anche Pingu, La linea.
Sono tutti grammelot che, però, si comprendono bene, almeno nei tratti generali. Importanti sono le emozioni, la mimica, l’onomatopea, l’intenzione.
Il grammelot si può studiare, così come si possono studiare e imparare le lingue straniere, che peraltro, spesso, parliamo proprio in forma di grammelot.
Non è solo un esercizio, ma la scoperta di un nuovo modo di espressione, nel quale ci viene in aiuto anche l’intenzione dello spettatore di comprendere.
Nel workshop ci sarà qualche brevissimo cenno storico, di analisi del linguaggio e poi un sacco di giochi che ci porteranno a costruire monologhi e dialoghi infiniti in grammelot. L’obiettivo è giocare sui suoni, sperimentando il grammelot, con e al di là di una lingua o di un dialetto di riferimento, lavorare sul rapporto col pubblico, rievocare gli antichi giullari che così si esprimevano.
Una delle più belle possibilità dell’improvvisazione: utilizzare un linguaggio non linguaggio, mettendo in gioco tutta la propria espressività.
www.quintatinta.it
Cecchi Point Casa del Quartiere, via Cecchi 17/21, Torino
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